Uomo politico e letterato italiano. Dopo aver
frequentato la facoltà di Giurisprudenza presso l'università di
Pavia, nel 1837 entrò nell'amministrazione austriaca del Lombardo-Veneto.
Interessatosi ai problemi economici e sociali della Lombardia, scrisse alcuni
articoli per gli "Annali di statistica" e per la "Rivista europea";
nell'opuscolo anonimo
L'Austria e la Lombardia (1847) criticò, in
particolare modo, la pressione fiscale esercitata sulla Lombardia dall'Impero
austro-ungarico. Dopo le Cinque giornate di Milano fu nominato segretario del
Governo provvisorio di Lombardia; nel maggio del 1848 firmò il proclama
per l'annessione della Lombardia al Regno di Sardegna. Al ritorno degli
Austriaci a Milano andò esule in Piemonte e fu eletto deputato del
collegio di Stradella. Nel luglio 1849 scrisse la
Cronaca dei dieci giorni
dell'insurrezione di Brescia nel 1849, in cui si propose di far rilevare a
Carlo Alberto l'importanza dell'appoggio popolare. Amico di A. Depretis, si
schierò con la Sinistra all'opposizione, fondando il quotidiano
"Progresso" e collaborando al "Concordia" e al "Diritto", organi della Sinistra
costituzionale. Nel 1854, in occasione della guerra di Crimea (1854-56), si
avvicinò a Cavour. Dopo l'Unità fu ministro della Pubblica
Istruzione (durante il Gabinetto Ricasoli, nel 1867, e durante il Gabinetto
Lanza, negli anni 1869-72), promuovendo un'intensa opera di laicizzazione della
scuola. Nel 1876 si allontanò dalla Destra e divenne consigliere di
Depretis. Nel 1886 fu eletto senatore (Milano 1815 - Meina 1888).